Il Maracuoccio di Davide Mea

A Marina di Camerota (SA) bella località della costa cilentana c’è la Taverna del Mozzo, un piccolo e bel locale di un giovane chef, Davide Mea, del quale noi di Gastrodelirio già ci siamo occupati, vedi (davide-mea-la-taverna-del-mozzo)

Davide Mea, senza troppo clamore è riuscito a creare un suo peculiare (e interessante) modo di fare cucina strettamente legato al territorio. Un “modo” forse ancora da assestare definitivamente, ma in definitiva un buon esempio di una bella e moderna cucina che, salvo passi falsi, non può che progredire ancora.

La Taverna del Mozzo - Chef Davide Mea

La Taverna del Mozzo - Chef Davide Mea

Fin qui i fatti, ma Davide Mea è uno che nella sua cucina prova a metterci sempre di più, almeno dal punto di vista emotivo e nell’ottica del rispetto e della valorizzazione del territorio.

E… proprio in quest’ottica di interpretare in modo intelligente e non scontato il territorio, in questo caso il Cilento, terra davvero ricca di tanti prodotti di eccellenza (e di rarità!), Davide Mea ha iniziato un bel lavoro in bilico tra storia e sapori sul Maracuoccio.

 

Non sapete cosa è il Maracuoccio?

Semplice, ve lo dico subito!

Pianta di Maracuoccio

Pianta di Maracuoccio

Un minuscolo e particolarissimo legume, ora un (bel…) po’ dimenticato, ma dalla lunga storia.

Un tempo coltivato e comunissimo quasi ovunque sulle coste di tutto il mediterraneo, ora lo si ritrova quasi esclusivamente, e in piccolissimi appezzamenti, in Cilento in particolare nella località di Lentiscosa, poco lontano da Marina di Camerota.

Intendiamoci: il Maracuoccio nelle case del Cilento è sempre stato una presenza costante, almeno fino a qualche anno addietro.

In questo caso la parola “addietro”, sta a indicare tempi neanche tanto lontani, quando il Maracuoccio era ancora uno degli alimenti base della “dieta mediterranea” dei contadini e dei pescatori del luogo, proprio gli stessi studiati dal noto biologo statunitense Ancel Keys nei suoi lunghi anni passati a Pioppi.

Un caso?

Il Maracuoccio come pianta appartiene al ceppo del genere Lathyrus, quindi è (e non solo esteriormente) un parente in sedicesimo della più nota Cicerchia, e come già scritto, sulle tavole del Cilento è sempre stato protagonista indiscusso di molte ricette.

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Una volta liberato dalla prigione del suo bel baccello, il Maracuoccio si presenta con forme irregolari e colori mutevoli, dal verde scuro al marroncino, per arrivare perfino al rossastro, molto spesso screziato o marmorizzato, mentre al gusto è un po’ amarognolo ma accattivante.

Maracuoccio - Presidio Slow Food

Maracuoccio - Presidio Slow Food - 

Fin qui forme, colori, tradizione e recupero, anzi: il dovuto soccorso per non fare estinguere di questo interessante e raro legume.

Però, le belle parole, gli articoli patinati dai toni enfatici e anche i passaggi televisivi da soli non bastano.

Ci vogliono fatti, e concreti anche.

Articolo a cura di Fabio Riccio

Il Maracuoccio di Davide Mea

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